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Riqualificazione urbana, Sant’Agata ancora assente. Ma l’amministrazione si arrampica sugli specchi!

Mentre tante amministrazioni comunali esultano per essere riusciti ad entrare in elenco con i propri progetti, per conseguire i finanziamenti relativi al cosiddetto bando “periferie” per la riqualificazione urbana, la viabilità, l’impiantistica sportiva, la ristrutturazione di immobili pubblici ed altro ancora, ringraziando i rispettivi uffici tecnici per il lavoro svolto, l’amministrazione di Sant’Agata Militello è tutta affannata a spiegare e giustificare l’ennesima debacle e la mancanza di progetti presentati.
Certo, arrampicarsi sugli specchi è un esercizio complicato e che richiede parecchie abilità ma di cui, a quanto pare, Sottile&Co  dispongono a sufficienza.
Attraverso un quotidiano è l’assessore ai lavori pubblici Giuseppe Puleo ad illustrare quelli che, a suo dire, sono i motivi che hanno determinato la nuova, ennesima, occasione sfumata per il  comune di Sant’Agata Militello. Una ricostruzione che, visti i contenuti del il bando pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed i progetti inseriti in elenco presentati dagli altri comuni, appare piuttosto lacunosa, quando, ad esempio, si sostiene che i progetti da presentare potessero essere solo quelli “esecutivi” o “definitivi”.
In realtà, a ben leggere il bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri, art. 6, comma b)… “I soggetti proponenti possono presentare anche progetti di fattibilità tecnica ed economica. In tal caso si impegnano ad approvare, entro 60 giorni dalla sottoscrizione della convenzione o accordo di programma, il relativo progetto definitivo o esecutivo”. Ma probabilmente all’assessore ai lavori pubblici questo passaggio sarà sfuggito!
La ricostruzione (affidata al solito quotidiano locale) parla poi della necessità per il comune di compartecipare al finanziamento per il 50% delle somme. Anche ciò, però, non sembra trovare riscontro nel bando. Infatti, l’articolo 7 (criteri di valutazione dei progetti) riconosce, invece, una eventuale “capacità di attivare sinergie tra finanziamenti pubblici e privati, laddove il contributo finanziario di questi ultimi (i privati) sia pari almeno al 25% dell’importo complessivo necessario alla realizzazione del progetto proposto”, attribuendo fino a 25 punti di valutazione finale per tale fattispecie.
Ed ancora, l’articolo 8 del bando stesso (modalità di finanziamento) recita: “(…) I progetti presentati devono indicare, congiuntamente all’importo complessivamente richiesto, il limite di finanziamento pubblico al di sotto del quale il soggetto proponente è in grado di garantire comunque la fattibilità dell’intervento, facendo ricorso a risorse proprie o a finanziamenti privati, o ridimensionando l’iniziativa assicurando l’efficacia conseguibili. dei risultati parziali in questo modo. I soggetti privati possono concorrere per una quota parte significativa, secondo criteri di convenienza, efficacia ed efficienza, sulla base di piani finanziari e di corrispettivi di gestione”. A supporto di ciò, basti infine leggere l’elenco stesso dei progetti presentati che, solamente in alcuni casi, riportano una modesta compartecipazione comunale del 5 o 10% (vedi Capo d’Orlando e Frazzanò), 11% (Gualtieri Sicaminò) o 25% (Forza d’Agrò) solo per citare i progetti già esecutivi.
Per ultima, ma non certamente come importanza, la madre delle giustificazioni dell’assessore Puleo: “Sant’Agata non è dotata di tale livello di progettazione. Opere pubbliche simili non sono neppure previste nell’attuale piano triennale delle opere pubbliche, né in quelli degli ultimi 10 anni”.
A questo punto basta andare a leggerlo quel piano triennale, disponibile per la consultazione di chiunque sul sito istituzionale del Comune, nel quale figurano ben 116 opere inserite. Nell’elenco annuale che di quel piano triennale è parte, (delibera di Consiglio Comunale n° 1 del 4.1.2016) ci sono una circa una trentina di progetti tra esecutivi e definitivi, tra cui, al netto di opere avviate o di quelle che non rientrano nel bando in questione, l’ammodernamento del campo “Fresina” (progetto definitivo), i lavori di collegamento di via Fiume (progetto esecutivo), la riqualificazione urbana tra i torrenti Carrubba e Guarnera (progetto esecutivo), gli interventi per la rete fognante del centro o nelle contrade (progetti esecutivi). Si potrebbero quindi citare, inseriti nel piano, il recupero e l’adeguamento della casa comunale (progetto preliminare) o la riqualificazione ed adeguamento dell’impianto sportivo “Rosmarino” (progetto preliminare). Per non parlare della riqualificazione del “Chianu Rizzu” (progetto definitivo) che prevede anche la compartecipazione del privato, requisito previsto dal bando, e di cui si sarebbe potuto procedere per stralcio visto l’ammontare complessivo dell’opera, o del progetto esecutivo di secondo stralcio per la “Riqualificazione del lungomare lungo l’asse del borgo marinaro e delle aree adiacenti il castello Gallego”, o ancora del progetto esecutivo per il recupero urbano che riqualificava le pavimentazioni stradali dal Castello, passando per la Piazza Vittorio Emanuele, via San Giuseppe parte bassa e Via Pace, o la ristrutturazione del PalaTerreforti etc etc. Che dire… Chi vince esulta, chi perde spiega, chi…si arrampica sugli specchi. Peccato che, a volte, da quegli specchi si rischia di cadere!

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