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Il salvagente di Crocetta tiene a galla i sindaci senza bilanci

Il salvagente è giunto, pronto, in soccorso, lanciato da Palazzo d’Orleans per “tenere a galla” i sindaci che già vedevano di fronte a loro aprirsi la voragine della decadenza anticipata per via della mancata approvazione dei bilanci 2016. “Il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, comunica che ieri nel corso della giunta ha sospeso – nelle more di acquisire il parere da parte del CGA – la circolare interpretativa dell’assessorato Enti Locali sulla decadenza dei sindaci, in caso di mancata approvazione dei bilanci da parte del consiglio comunale”.
Questa la nota  giunta da Palermo. Un nuovo, clamoroso, dietrofront, di un presidente che, ancora una volta, come era già successo decine di volte, appena pochi giorni fa con lo scellerato piano ospedali, sembra cadere dalle nuvole e giunge a congelare quanto un proprio assessore aveva appena detto o scritto. Questa volta chissà, tirato per la giacca da sindaci sull’orlo del baratro, o forse convinto dalle insistenze dell’Anci che già minacciava azioni legali. La questione non è sulla  “ratio” della nuova legge elettorale, che mette sullo stesso piano, per un principio abbastanza semplice, la decadenza di tutti gli organi comunali, se va a casa uno vanno a casa tutti gli altri, qualunque sia la causa, mancata approvazione del bilancio compresa. Qui si discute e si fa la guerra sulla tempistica, ossia se è corretto introdurla da subito o a partire dalle prossime amministrative. Stupisce come dopo aver proposto, discusso, approvato in aula una legge elettorale, dopo averla pubblicata sulla Gazzetta ufficiale e persino dopo aver diffuso una circolare esplicativa, solo ora il governo regionale si accorga che: “non si possa attribuire al sindaco che ha proposto ed approvato il bilancio in giunta, la responsabilità della mancata approvazione da parte del consiglio comunale. Il governo è convinto che questa situazione potrebbe essere utilizzata al fine di creare instabilità politica, utilizzando lo strumento finanziario come mozione di sfiducia, che prevede una diversa e più qualificata maggioranza”. In attesa del parere del Cga, dunque, a quei sindaci che si sono sentiti in pericolo d’annegare non resta che aggrapparsi al salvagente di Crocetta.

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