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“A famigghia difittusa”, che risate con la “Friends Music Academy”

Inizia con un minuto di silenzio, per le vittime del terremoto del Centro Italia, la commedia brillante in due atti “A Famigghia difittusa” messa in scena dalla “Friends Music Academy”, lo scorso 25 agosto, presso il gremito piazzale Vicari, a Sant’Agata Militello.
A fammigghia difittusa copertinaL’esilarante commedia, che ha riscosso tantissimi applausi e risate, ha visto protagonisti Mario Valenti, Loredana Frusteri, Graziella Pratofiorito, Giuseppe Sotera, Umberto Tonarelli, Calogero Natoli, Pippo Natoli, Mariella Lazzaro, Olindo Petrucciani e Francesco Messina. Alla regia, il volto noto di Onda Tv, Maria Vitale coadiuvata da Daniela Iuculano e Palmira Triscari (suggeritrici), Nino Cannistraci (Musiche) e Giacomo Pruiti (direttore tecnico).
La trama della commedia parla di un fidanzamento particolare: una ragazza si innamora di un balbuziente. Quando il padre lo viene a sapere si oppone con tutte le sue forze ma poi accetta di conoscerlo e, successivamente, di conoscere tutta la sua famiglia. Questa si presenta a casa … il padre rimane colpito di fronte a una realtà che mai si sarebbe aspettato: tutti hanno dei difetti (chi è zoppo, chi ha la gobba …). A fare da cornice a queste vicende familiari si inserisce il personaggio di  una vedova, vicina di casa, con l’assillo del malaugurio, che vede ovunque incidenti, lutti, disgrazie …
“A Famigghia difittusa” è stata scritta in dialetto siciliano dal poeta e drammaturgo Calogero Maurici, nato a Ribera (Agrigento) il 27 aprile 1960, ma da oltre un ventennio residente a Messina. “Non mi permetterei mai di prendere in giro persone con qualche handicap per poter ridere, – dichiara Maurici -, anche perché sono quelli che sanno dare più amore visto che in questa società pochi sanno dare senza ricevere. Da loro  – continua Calogero Maurici – c’è sempre da imparare, poi io sono uno che ha sofferto tanto per motivi di salute … quindi so cosa significa la vera sofferenza. Questa è una commedia come tante, un modo come un altro per fare teatro, per passare e far passare due orette in allegria e possibilmente riflettere. C’è chi scrive di malattia, di tradimento, di amori e di altro, – conclude l’autore -, io questa volta ho voluto scrivere di difetti anche per far capire che nessuno è perfetto!”.
Tra il primo e il secondo atto, Rosario Micciulla ha presentato al pubblico la sua  poesia “Sicilia terra di l’amuri”; Viviana Princiotta ha, invece, cantato il brano di Mia Martini “La nevicata del 56”.

Alberto Visalli

 

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