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Sant’Agata ricorda il professore Nino La Rosa. Intitolata una via nel centro cittadino

Si è svolta lo scorso 9 agosto la cerimonia per l’intitolazione della via antistante l’Istituto Tecnico “Torricelli” di Sant’Agata Militello all’indimenticato professore Nino La Rosa.

L’iniziativa, curata dall’assessore Valeria Fazio, si è aperta con i saluti istituzionali del sindaco Bruno Mancuso, che ha ricordato le grandi doti umane, professionali e artistiche di Nino La Rosa. A seguire l’intervento della professoressa Lucia Di Fazio, la quale ha sottolineato la grande e sincera amicizia che legava la sua famiglia a quella di Nino La Rosa. Per la famiglia presenti la moglie del compianto docente ed il figlio Salvatore, intervenuto per ringraziare tutti i presenti e l’amministrazione comunale per l’elogio riservato al caro padre.

Presenti alla cerimonia i componenti della giunta sntagatese,, la presidente del consiglio Laura Reitano con alcuni consiglieri ed il presidente del Parco dei Nebrodi Domenico Barbuzza.

A seguire l’intervento di Erminia Collovà, dirigente scolastico dell’ istituto nel quale il professore La Rosa insegnava ed a cui era legataoda rapporti professionali ma anche da una grande amicizia. Infine la benedizione impartita da padre Salvatore Chiacchiera che ha concluso con un momento di preghiera e con la lettura  di una celebre poesia del prof La Rosa dal titolo “Madre”.

L’ intitolazione della via al professore Nino La Rosa nasce da un idea del nipote Gino Pappalardo di cui si è fatta promotrice Lucia Di Fazio componente della commissione toponomastica comunale.

Chi era il professore Nino La Rosa – 

Nino La Rosa era nato a Santo Stefano di Camastra il 26 gennaio 1941. Ha frequentato le scuole materne ed elementari presso l’istituto Suore di Maria Ausiliatrice, mentre le scuole medie le ha iniziate e concluse presso il locale istituto salesiano “Sacro Cuore”.

Ha iniziato poi gli studi superiori al liceo classico di padre Messina e li ha continuati al “Vittorio Emanuele” di Palermo, completando il coro di formazione con al laurea in lettere presso l’Università di Messina. Dopo la laurea ha iniziato a lavorare, da precario, all’ufficio catasto di Sant’Agata di Militello e poi, come supplente, ha insegato per tre anni presso l’Istituto magistrale “Benedetto Virzì”.

Dopo questa prima esperienza, si è trasferito in Svizzera, dove per due anni è stato docente nella scuola media di Winterthur, dove si è fatto apprezzare dai dirigenti e dai colleghi di quella città. Questa attività gli ha facilitato il trasferimento a Cologno Monzese (IV scuola media), in cui ha svolto l’attività di docente e di vicepreside dal 1974 al 1987, anno del definitivo ritorno in Sicilia. La prima sede è stata Alcara Li Fusi, per un intero triennio. La seconda, quella definitiva, la scuola media “Cesareo” in cui è rimasto fino all’anno scolastico 1998/1999.

  • L’ATTIVITA’ TEATRALE

La passione per il teatro si è manifestata fin dagli anni della fanciullezza presso l’istituto Salesiano “Sacro Cuore”. A Cologno Monzese è stato un operatore culturale e teatrale tanto attivo da coinvolgere non solo gli alunni delle sue classi, ma anche quei ragazzi delle altre sezioni che mostravano particolari attitudini per la scena. Tra i numerosi lavori rappresentati con grande entusiasmo, e soprattutto con grande successo, ricordiamo La giara, di Luigi Pirandello e altri testi liberamente rielaborati e adattati alle esigenze didattiche della scuola.

Ma l’attività più significativa e rilevante la svolge proprio a Sant’Agata di Militello, dove negli anni ’70 s’inserisce nel Gruppo Artistico Santagatese, con cui interpreta vari lavori e, in particolare, due copioni drammatici a sfondo religioso: La Passione (in cui recita il ruolo di Giuda), che viene messa in scena sia nella Chiesa Madre, sia nella Chiesa di San Nicolò in San Fratello. Di non inferiore interesse è stato anche il recital di laudi sacre “Amor, amor, Jesù”, in cui Nino La Rosa ha dato voce a uno dei capolavori di Jacopone da Todi, il pianto della Madonna.

Ottimo conoscitore e cultore delle tradizioni popolari e dei dialetti di tutta Italia, ma in particolare di quello siciliano di cui era un ottimo dicitore, estremamente attento alle sfumature e alle diverse inflessioni gergali, era un innamorato della Sicilia e delle sue memorie. Numerosissimi sono stati i suoi interventi nelle televisioni locali, nelle varie manifestazioni artistiche, nelle iniziative realizzate dall’associazione Fial-Fenalc e da quelle promosse dall’amministrazione comunale, nelle quali all’attività di recitazione affiancava sempre esibizioni di allegro intrattenimento fuori programma: ricordiamo quelle messe in atto ad Alcara Li Fusi e quelle di Palazzo “Sergi” a Santo Stefano di Camastra; ma anche quelle svoltesi al Municipio di Capo d’Orlando, al castello si Sant’Agata, nei locali della scuola media Manzoni di San Fratello e di altri comuni dei Nebrodi.

Tra le drammatizzazioni destinate alla scuola merita di essere ricordata: Dalla rivoluzione francese ai nostri giorni (a.s. 1992/1993), una messinscena a carattere storico didattico, articolata in una efficace sequenza di quadri e finalizzata alla migliore comprensione di questo argomento di studio.

Nel 1994/95 con l’opera “Sicilianu parru a tuttu ‘u munnu”, diretta da Nino La Rosa, la scuola vince il primo premio della rassegna interregionale di Teatro Scolastico “Luigi Camillo Ponzio”, città di Falcone e Oliveri, patrocinata dal Provveditore agli Studi di Messina. Nella motivazione della giuria si afferma che “l’opera, magistralmente diretta dal Prof. Nino La Rosa, ha offerto uno spaccato suggestivo della società siciliana nel tempo, mettendo in luce l’importanza della memoria storica per le nuove generazioni e coinvolgendo il pubblico degli spettatori in una girandola fantasmagorica di colori, di luci, di suoni, di musiche, di danze e di poesie della terra di Sicilia”.

Lo spettacolo era ispirato ad eventi e tradizioni del nostro migliore passato isolano: la mietitura e la trebiatura; la rivoluzione contadina di Alcara Li Fusi (tratta da il sorriso dell’ignoto marinaio, dello scrittore e illustre concittadino Vincenzo Consolo), la Leggenda di Colapisci, la Mattanza, la Zolfara (da “Ciaula scopre la luna” di Pirandello), Lu trenu di lu suli e L’emigrazione negli Stati Uniti d’America.

Nel 1996/97 viene messo in scena lo spettacolo “C’era na vota un vecchiu…”i cui personaggi particolari erano personificazioni dei più importanti mezzi di comunicazione di massa. Del giugno 1999 è l’ultima sua partecipazione alla brillante commedia di Ferruccio Centonze, dal titolo “Fidi ti salva e no lignu di varca”. Alla realizzazione della messa in scena hanno dato un ottimo contributo gli alunni di quella che è stata, anche, l’ultima classe della sua attività di docecnte. Quelli ricordati sono solo alcuni degli scritti e delle messe in scena di Nino La Rosa.

L’altra dimensione della personalità di Nino La Rosa era quella del poeta e del cultore della poesia, e della poesia dialettale in modo peculiare. Come dicitore, l’attività è stata lunghissima. Recital di vari tipologia sono stati trasmessi non solo dalle televisioni locali in più occasioni, ma anche e soprattutto attivati nelle ricordate manifestazioni artistiche e culturali promosse da enti, associazioni e circoli, e in modo più specifico in occasione delle premiazioni relative alle numerose edizioni del Premio Nazionale di Poesia “Città di Sant’Agata di Militello”, della cui giuria fece sempre parte. La poesia era una delle sue vocazioni e delle sue doti più connotative, come attesta la raccolta di componimenti dal titolo “Un attu di teatro” dove utilizza un linguaggio siciliano efficace ed epigrammatico, nudo e forte, di cui cercava modelli in Buttitta e in altri poeti contemporanei di chiara fama.

Nella IX edizione del Premio Nazionale “Città di Sant’Agata di Militello” Nino La Rosa si classifica al primo posto con una delle sue opere più originali.

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