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Chiarezza sui divieti di balneazione, 115 tratti inibiti sulla costa messinese. Quadro normativo e presunti casi ai limiti del “fake”.

La spiaggia di Sant’Agata Militello è e continuerà ad essere regolarmente balneabile come sempre, sperando tuttavia che si scongiuri finalmente, o se non altro si riduca al minimo, il fenomeno dell’acqua sporca trascinata dalle correnti da zone limitrofe. In questi giorni però sembra stia facendo discutere una notizia, fatta circolare nella grande marea del web, su cui sebbene non si tratti di “bufala”, visto che l’ordinanza di cui si parla è assolutamente reale (n°44 del 9.5.2019), corre l’obbligo, quantomeno, fare delle precisazioni.  Si parla del divieto di balneazione di alcuni tratti di costa a Sant’Agata Militello imposto su tre zone specifiche dell’arenile santagatese: 100 metri ad est ed ovest del Vallone Cannamelata, zona portuale e foce del torrente Inganno (temporaneamente non balneabile). Lungi però dall’essere un problema ignoto, improvviso o recentemente esploso, come da qualche parte si è letto, che metterebbe a rischio la stagione, altro non è che la riproposizione dell’identico divieto imposto negli anni passati con decine di ordinanze assolutamente analoghe nei termini e persino nelle coordinate geografiche (guarda qui la n°24 del 29.3.2018n° 27 del 30.03.2016n°30 del 27.04.2015n°38 del 30.04.2013 e altre precedenti).
I divieti di cui si parla, infatti, provengono da una disposizione regionale, decreto del dirigente generale del dipartimento per le attività sanitarie ed osservatorio epidemiologico (scarica qui la Gurs) che ogni anno in base alla legge  (vedi d.lgs  n. 116 del 2008 – decreto interministeriale 30 marzo 2010 e decreto ministeriale della salute 19 aprile 2018)  individua le aree non adibite alla balneazione che, come quelle relative a Sant’Agata e in centinaia di altri comuni siciliani, afferiscono per quasi l’intera totalità alle foci di torrenti, di corsi d’acqua interessati da immissioni o nei quali sono stati riscontrati fattori inquinanti. Altre aree dove appare evidente che non sia consigliabile e dunque vietata la balneazione,  per ovvie ragioni di sicurezza, sono le aree portuali, quelle degli approdi e le altre aree di cantiere, come l’attuale porto di Sant’Agata Militello.  A puro titolo esemplificativo basti pensare che lo stesso provvedimento regionale in provincia di Messina interessa per il 2019 , secondo varie motivazioni ben 115 zone di arenile e decine di comuni (scarica l’elenco). Una situazione a carattere generale che certo non fa piacere a nessuno e su cui è noto che si debba intervenire, ciascun ente per le proprie competenze, per rimuovere quegli agenti esterni che inquinano, vedi Cannamelata, e rendono le acque non balneabili, né tanto meno il quadro complessivo che interessa centinaia di comuni siciliani (vicini e lontani, poco cambia) può autorizzare a sottovalutare la questione o dormire sonni tranquilli. Da qui, però, a montare un “caso” santagatese che addirittura metterebbe a rischio la stagione , beh, ce ne passa e rappresenta un ingiusto ed inopinato danno per la nostra città!

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