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L’agguato ad Antoci. Proiettili contro l’auto. “Salvo grazie agli agenti di Polizia”

Un agguato così difficilmente si era visto nella zona dei Nebrodi. Una scena che sembra quella delle efferate  guerriglie tra cosche mafiose. Ignoti intorno al’una di notte hanno atteso l’auto blindata del Presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, in località Volpe, territorio di San Fratello. A bordo insieme ad Antoci due agenti di scorta del Commissariato di Polizia di Sant’Agata Militello.  L’hanno bloccata posizionando dei massi per la strada ed hanno aperto il fuoco. Erano già pronte delle bottiglie incendiarie da scagliare contro la vettura. Provvidenziale il sopraggiungere di un’altra vettura della Polizia, con a bordo un agente ed il dirigente Daniele Manganaro.  Hanno ingaggiato un conflitto a fuoco con i malviventi, riuscendo a metterli in fuga. Tre i colpi che hanno raggiunto la fiancata sinistra del’auto blindo. “Sono vivo solo grazie alla prontezza dei miei angeli custodi – è stata la prima dichiarazione di Antoci. Il mio impegno non si ferma e vado avanti». La notizia dell’agguato si è diffusa su tutti i media nazionali oltreché locali. Da più parti sono giunti attestati di stima e solidarietà nei confronti di Antoci, apprezzamento, vicinanza e gratitudine verso gli agenti di Polizia. Sabato a Sant’Agata Militello a partire dalla 10 la Fai Antiracket ha organizzato, in collaborazione col comune, una grande manifestazione di solidarietà. Il corteo partirà dalla sede del Parco dei Nebrodi e proseguirà per alcune vie della città con il passaggio in via Roma, di fronte le sede del Commissariato e  si concluderà in piazza Castello dove interverranno le maggiori istituzioni Regionali e Nazionali interverranno.

 

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