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Camere di commercio, rischio default. Lavoratori da salvaguardare

Il Senatore Bruno Mancuso ha presentato un’interrogazione al Ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, ed al  Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, sulle gravi problematiche che interessano le Camere di Commercio della Sicilia, la cui riorganizzazione o soppressione avrebbe effetti particolarmente critici, tanto da condurle tutte al default già dal prossimo anno.  Nella sua interrogazione, il Senatore Mancuso ricorda le importanti mansioni che sono demandate alle Camere di commercio, le normative alla base del loro funzionamento ed i punti salienti del processo di riforma che, con il decreto legge n. 90 del 2014, convertito dalla legge n. 114/2014, ha tra l’altro previsto la riduzione della misura del diritto annuale riscosso del 35% per il 2015, del 40% per il 2016 e del 50% per il 2017.
sen bruno mancuso “Le Camere di Commercio – sottolinea Mancuso – hanno accantonamenti insufficienti a finanziare la corresponsione delle pensioni, pagate sulla base degli stipendi, sicché necessitano di una integrazione annuale a valere sulla parte corrente dei bilanci di circa 23 milioni di euro, cifra esattamente corrispondente alla riduzione stabilita.  La grave situazione economica siciliana – aggiunge Mancuso –  potrebbe riflettersi sulla finanza delle Camere di Commercio sia per il numero di imprese proporzionalmente iscritte che per il minore gettito raccolto. “Le Camere di commercio – dichiara quindi Mancuso –  rivestono un ruolo di fondamentale importanza per lo sviluppo del tessuto economico del territorio,  pertanto ne andrebbe preservato il ruolo, anche attraverso l’accorpamento tra le stesse”.
L’interrogazione  punta a conoscere quali azioni s’intendano intraprendere per  garantire la continuità al pagamento delle spettanze maturate e porre fine al rischio di default degli enti camerali; se non si ritenga opportuno prevedere l’affidamento di nuovi servizi alle imprese per conto della Regione e, infine, se non si ritenga necessario ottemperare nel più breve tempo possibile al completamento delle figure di vertice degli organi camerali, considerato che, ad oggi, ad esempio, la Camera di commercio di Messina non ha un Commissario, né l’intero quadro dirigenziale.

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