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Bruno Mancuso: “Unioni civili e stepchild adoption, io la penso così”

“La mia prima impressione è che l’argomento di cui parliamo abbia eccessivamente assorbito l’interesse dell’opinione pubblica ed è diventato centrale nel dibattito politico in un momento in cui probabilmente la centralità spetterebbe ad altri temi. Non voglio sminuire l’importanza del provvedimento che stiamo trattando ma ritengo che, comunque venga esitato, non è destinato a sovvertire la struttura sociale, né’ a lacerare il tessuto aggregativo del nostro Paese.
bruno mancuso senatoreStiamo certamente trattando un tema delicato, inevitabilmente divisivo, sul quale ognuno di noi ha opinioni proprie che, per quanto accompagnate da preconcetti o da posizione di intolleranza, non credo possa creare lacerazioni profonde all’interno della nostra società.
Così come questo non è accaduto negli altri stati dell’Unione europea dove le unioni tra omosessuali sono state già da tempo legalizzate, senza creare devastazioni dell’architettura sociale. Certamente, la polarizzazione dello scontro, l’approccio ideologico, lo spirito intransigente di chi è poco incline alla discussione, non aiuta il dialogo, non aiuta le parti ad incontrarsi e a trovare la possibilità di un accordo che ancora può essere raggiunto.
Bisogna pertanto, a parer mio, rinunciare a provocazioni e a posizioni di retroguardia e lavorare ad un confronto che parta dai punti di condivisione. Ma, qualora questo non sarà possibile, io chiederò al mio capogruppo e affiderò alla Sua ragionevolezza la possibilità di potermi smarcare da eventuali indicazioni di partito o di gruppo per rispondere, su un tema così delicato e dirompente, principalmente alla mia coscienza.
Sull’argomento credo che ognuno di noi abbia delle idee che si sono formate nel corso di un percorso di formazione sociale, politica e umana assolutamente personale e non sempre coincidente con le altre logiche della politica. Cominciamo col dire che non ci possono essere motivi di opportunità politica che possono dare o togliere ad ogni cittadino i diritti fondamentali previsti dalla nostra Costituzione.
E se dalla costituzione vogliamo partire, senza intaccarne i principi, dobbiamo ribadire con chiarezza che il matrimonio è quello regolamentato dall’art.29, previsto tra un uomo e una donna, ma nello stesso tempo non si possono negare ai nostri concittadini diritti che ormai sono universali e che sanciscono l’uguaglianza di ognuno rispetto allo Stato di cui fanno parte, soprattutto se come l’Italia, è uno stato occidentale, moderno, europeo.
sen bruno mancusoAbbiamo l’obbligo di riparare ad un’ingiustizia, ossia di permettere a tutte e a tutti di condividere gli stessi diritti e gli stessi doveri indipendentemente dal proprio orientamento sessuale. Pertanto ritengo sia necessario che la legge preveda con chiarezza, senza rimandi automatici al codice civile, che l’istituto matrimoniale e quello delle unioni siano due cose distinte e separate dal punto di vista normativo. Fatte queste premesse, prima di continuare, voglio precisare che sono contrario alle adozioni tra omosessuali che hanno deciso di convivere e che hanno il diritto di dare sfogo alle reciproche affettività, per fortuna non contemplate in questo D.L.
E non riesco ad essere affascinato dagli argomenti messi in campo da chi la pensa diversamente da me, e cioè che dobbiamo adeguarci ad una storia che cambia, ad una modernità che incombe e che ci costringe a superare certi steccati.
Nessuno vuole impedire a due uomini o a due donne di mettere sù una famiglia, sono liberi di farlo e di chiedere le tutele civili. Anche un single ha il suo stato di famiglia. Ma ho seri dubbi che quello di potere aggiungere un figlio alla neonata famiglia possa rappresentare un diritto.
senatoQuesto desiderio, seppur comprensibile, può essere invocato come una concessione legislativa, sulla base di motivazione che possono essere più o meno condivise, ma giammai come un diritto. I diritti di cui dobbiamo parlare in questa sede sono, prima di tutto, quelli dei minori, quelli dei figli.
A questo proposito, voglio esternare sommessamente ma con chiarezza , senza alzare vessilli, senza ostentazione ma con ragionata convinzione, con grande rispetto per tutti coloro che, all’interno del gruppo cui appartengo la pensano diversamente, che ho riflettuto tanto sul tema della stepchild adoption e, su questo argomento, mi trovo certamente su posizioni distinte rispetto a quelle che sono state rappresentate da molti esponenti del mio partito.
In particolare, ritengo che questa norma, così come è scritta e limitata ai genitori naturali, possa rappresentare una protezione giuridica per quei figli che sono legati biologicamente ad uno dei genitori ma affettivamente ad entrambi. E’ il caso, tanto per capirci, di un padre o di una madre che in epoca precedente, hanno avuto un figlio. Dopodichè il coniuge è venuto a mancare per decesso e il padre o la madre si ritrovano con un figlio e con nuovi orientamenti sessuali per cui decidono di andare a convivere con un nuovo compagno dello stesso sesso. A questo punto io credo che, oltre ad essere un diritto del figlio di essere tutelato all’interno della nuova famiglia che si è venuta a formare, sia un dovere del nuovo coniuge accettare in dote il figlio del compagno o della compagna, se vuole formalizzare l’unione davanti all’ufficiale di stato civile. E guardate che di questi casi in giro ce ne stanno tanti, sono già parte della realtà ma, a differenza di altri bambini, non hanno protezione giuridica. Sono bambini che già esistono, che vivono all’interno di famiglie omogenitoriali, crescono accuditi da due uomini o due donne, ebbene questi bambini non hanno la certezza, qualora dovesse venire a mancare il genitore naturale, di poter continuare a vivere con l’altro genitore. Esattamente come non hanno il diritto, in caso di separazione, di continuare a essere accuditi dal compagno o dalla compagna del genitore biologico o, ancora togliere il diritto della continuità affettiva al compagno separato, magari dopo aver contribuito a crescerlo per 10 o 20 anni.
Qui parliamo di diritti dei bambini, che non possono essere considerati responsabili della modalità di procreazione, sono bambini che ci sono e che abbiamo il dovere di proteggere. E non mi convince neanche la motivazione secondo la quale l’introduzione di questa norma favorirebbe la spregevole pratica dell’utero in locazione. Anch’io trovo abominevole questa odiosa pratica, dei figli commissionati, delle donne comprate. Ma trovo che questi argomenti servano solo a confondere le cose, ad alimentare cortocircuiti tra garanzie giuridiche per i bambini e gestazioni su commissione.
Siamo legislatori, se non è sufficiente l’art.40, attrezziamoci per trovare soluzioni per evitare questo abominio.
– Una legge europea o universale
– Inasprimento delle pene per chi si macchia di questi reati..
– Il divieto di adozione se non si dimostra che il figlio è frutto di una procreazione naturale ecc. E fino a quando dobbiamo sopportare , così come abbiamo fatto finora, la vergognosa ipocrisia delle coppie eterosessuali, chiaramente con enormi possibilità finanziarie, che sono la maggior parte dei commissionari di maternità surrogata e che si vedono regolarmente riconosciuta la stepchild adoption dalla magistratura italiana, con giurisprudenza favorevole ormai consolidata. Di fronte a queste azioni immorali finora abbiamo tenuto gli occhi chiusi. Ritengo quindi, che le barriere che dobbiamo superare non sono quelle della storia, del progresso o della modernità, ma quelle dei diritti e delle disuguaglianze”.

Dall’intervento in aula del Senatore Bruno Mancuso

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