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La lettera di Tony Caioli al Tribunale dopo il tentato suicidio

Un gesto eclatante che racchiude tutta la rabbia, il dolore e l’esasperazione per una famiglia che da otto anni chiede che giustizia sia fatta dopo aver perso tragicamente il figlioletto in un tremendo incidente stradale. Tony Caioli, 45anni, conosciuto da tutti a Sant’Agata Militello, ieri ha tentato di gettarsi dalla balaustra del primo piano al Tribunale di Messina. La corte d’appello aveva appena rinviato per l’ennesima volta l’udienza civile per il risarcimento del danno dopo la morte del piccolo Sebastian, il bimbo di appena 13 mesi, strappato alla vita il 4 Giugno 2007 a Sant’Agata Militello in via Magenta, travolto da un carro attrezzi.  Ecco la lettera che oggi, tramite il suo avvocato Massimiliano Fabio, Tony Caioli ha inviato alla Corte d’Appello di Messina .

“Sono Antonino Caioli, la persona che in data 8 ottobre 2015 presa dallo sconforto e dalla disperazione per il rinvio di una causa che ha ad oggetto il risarcimento dei danni e l’appello proposto dalla compagnia assicuratrice per la tragica morte di mio figlio Sebastian Caioli di meno di un anno di vita, ho tentato un gesto disperato. Comprendo le difficoltà del sistema giudiziario sovraccarico, ma ciò nulla toglie rispetto allo stato di vera e propria disperazione in cui da ormai otto anni mi trovo con mia moglie Agnieska. Ho cercato di rifarmi una vita, ma lo straziante ricordo di quei momenti è un peso dal quale non riusciamo a liberarci e nonostante le cure e le terapie non riusciamo a superare questo tragico evento. Mi scuso per il disagio che posso avere causato, ma avrei certamente preferito non essere coinvolto con mia moglie in una simile vicenda che ormai si trascina da troppi anni. Scrivo la presente per ringraziare il presidente della corte d’appello dottor martello per avere preventivamente chiesto la presenza dei carabinieri durante l’udienza e per avere cercato di rinviare la causa ad una un’udienza più vicina di quella prima prevista, ma ho la necessità di una definizione rapida soprattutto per tentare di chiudere un capitolo delle nostre sofferenze. Ringrazio i Carabinieri (dei quali non conosco ma vorrei sapere i nomi) che sono  intervenuti nella prima fase impedendomi un immediato gesto e soprattutto l’avvocato fabio che mi ha convinto a desistere e mi ha afferrato con un abbraccio e con parole che non potrò mai dimenticare. Non chiedo favoritismi rispetto a quello che abbiamo subito, ma vi prego di aiutarmi a chiudere una vicenda processuale che continua a tenere questa ferita aperta e che è motivo di ulteriori tormenti so bene che nulla potrà ridare la vita di mio figlio  o cancellare quello che è successo e quei momenti terribili che ho vissuto e che sono costretto a vivere ogni giorno con i miei cari. Anche per queste mie parole mi sono dovuto fare aiutare per poterle rendere al meglio, ma vi assicuro che l’essenza di quanto scritto rappresenta l’intima mia volontà di ringraziare coloro che mi hanno aiutato in quel terribile momento  evitando un’ulteriore tragedia nella tragedia”.  (Antonino Caioli)

In primo grado la sentenza di condanna per il conducente del carro attrezzi a 5 anni e 10 mesi di reclusione nel 2012, quindi la sentenza civile che riconosce la liquidazione del danno in 1 milione e mezzo di euro. L’opposizione della compagnia assicurativa ha bloccato parte del risarcimento e soprattutto ha costretto la famiglia ad una nuova lunghissima telenovela giudiziaria in appello. Le udienze vengono rinviate di volta in volta, da Febbraio 2013 a Ottobre 2015 adesso a Giugno 2016. Uno strazio continuo per la famiglia. Da qui l’eclatante gesto di Tony Caioli al Tribunale, scongiurato grazie al pronto intervento dei Carabinieri e dello stesso avvocato Massimiliano Fabio.

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