Un altro sodalizio sportivo santagatese vittima dell’approssimazione e della paradossale situazione, ai limiti della farsa, creata dalle inefficienze dell’amministrazione comunale sugli impianti sportivi. La Nebrodi Calcio, nata diversi anni addietro grazie alla straordinaria passione di un gruppo di amici/dirigenti, costretta ad abbandonare il campionato di seconda categoria a causa dell’indisponibiità del campo Rosmarino. “Ci abbiamo provato in tutti i modi – dichiarano Demetrio Minniti e Pippo Foti, presidente e vice presidente della Nebrodi – avevamo già chiuso accordi con l’allenatore e diversi calciatori per partecipare con intatto entusiasmo al torneo di 2^ categoria ma ad oggi non abbiamo alcuna certezza di poter avere l’omologazione del campo di gioco. A questo punto – proseguono i due dirigenti – non ce la siamo sentita di versare la quota d’iscrizione (1.800 euro) col rischio di vederci costretti, tra qualche settimana, a dover peregrinare per la provincia in cerca di un campo”. Quello dei dirigenti della Nebrodi Sport non è per nulla una sfogo polemico bensì, dalle loro parole e nei loro volti si percepisce solo delusione per un’avventura cui sono costretti a rinunciare. “Siamo delusi perché alla riunione di metà Maggio con le società sportive, l’amministrazione aveva dato rassicurazioni sulla fruibilità degli impianti ed invece oggi sappiamo tutti come stanno le cose. Qualche giorno fa – concludono Foti e Minniti – ci hanno persino convocati al comune per stabilire una sorta di regolamento per l’uso del campo ma, senza la possibilità di giocare le partite in casa, e non volendo emigrare, come invece hanno fatto altre società, preferiamo chiudere la prima squadra e proseguire, a pagamento presso strutture private, solo l’attività giovanile. Ci dispiace e chiediamo scusa a tutti quei ragazzi che contavano sulla nostra società per trovare spazio e possibilità di aggregazione disputando il campionato di seconda categoria“.
Il bilancio sportivo per Sant’Agata parla dunque di una società, il Città di S.Agata, protagonista in Promozione, costretta ad emigrare a Capo d’Orlando, e di un’altra, la Nebrodi, costretta ad abbandonare la prima squadra. Non resta che prendere atto di un risultato tanto evidente quanto imbarazzante e non certo per colpa dei dirigenti.
“Ci abbiamo provato in tutti i modi – dichiarano Demetrio Minniti e Pippo Foti, presidente e vice presidente della Nebrodi – avevamo già chiuso accordi con l’allenatore e diversi calciatori per partecipare con intatto entusiasmo al torneo di 2^ categoria ma ad oggi non abbiamo alcuna certezza di poter avere l’omologazione del campo di gioco. A questo punto – proseguono i due dirigenti – non ce la siamo sentita di versare la quota d’iscrizione (1.800 euro) col rischio di vederci costretti, tra qualche settimana, a dover peregrinare per la provincia in cerca di un campo”. Quello dei dirigenti della Nebrodi Sport non è per nulla una sfogo polemico bensì, dalle loro parole e nei loro volti si percepisce solo delusione per un’avventura cui sono costretti a rinunciare.
“Siamo delusi perché alla riunione di metà Maggio con le società sportive, l’amministrazione aveva dato rassicurazioni sulla fruibilità degli impianti ed invece oggi sappiamo tutti come stanno le cose. Qualche giorno fa – concludono Foti e Minniti – ci hanno persino convocati al comune per stabilire una sorta di regolamento per l’uso del campo ma, senza la possibilità di giocare le partite in casa, e non volendo emigrare, come invece hanno fatto altre società, preferiamo chiudere la prima squadra e proseguire, a pagamento presso strutture private, solo l’attività giovanile. Ci dispiace e chiediamo scusa a tutti quei ragazzi che contavano sulla nostra società per trovare spazio e possibilità di aggregazione disputando il campionato di seconda categoria“.
