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La scuola in piazza contro la riforma

Erano in molti, tra studenti, insegnanti  e personale ATA  a manifestare questa mattina contro il disegno di legge presentato dal governo.   La manifestazione, organizzata dallo  SNALS  ( sindacato nazionale autonomo  lavoratori scuola ), è partita questa mattina dalla scuola Luigi Capuana a Sant’Agata Militello. Tamburi, cori, e striscioni hanno percorso le vie del paese sostenuti dai numerosi studenti allo scopo di battersi  e urlare  contro la riforma della scuola.  Preside –sceriffo ,distribuzione delle risorse, assunzioni dei precari e test Invalsi: ecco perché si protesta.  I sindacati contestano il potenziamento del ruolo del dirigente scolastico che potrà assumere direttamente i docenti (anche se in minima percentuale e solo in alcuni casi) attingendo da un apposito albo. Secondo i manifestanti, il disegno di legge presenterebbe tante criticità ed è un attacco mortale alla scuola pubblica. Infatti , pollice in basso in merito al taglio di risorse per la scuola pubblica  e il finanziamento alla scuola privata, ossia gli sgravi fiscali per le famiglie che iscrivono i loro figli alle paritarie.

La protesta di oggi, 5 maggio, giornata di scioperi e cortei in tutta Italia,  riguarda anche le assunzioni dei precari che , secondo i sindacati, saranno una minima parte di quanto promesso dal governo e non scatterebbero subito e automaticamente ma solo a chiamata da parte dei presidi. Dito puntato anche contro il metodo di valutazione dell’Invalsi che danneggerebbe lo studio omogeneizzandone la “valutazione” basandosi su una obiettività che stride con l’immagine di una scuola in cui il grado di preparazione degli allievi non può essere certo determinato da un’agenzia privata attraverso prove a quiz uguali per tutti. “Noi vogliamo una scuola “Buona”, una scuola dove i vostri figli vivano serenamente ed in armonia, una scuola dove si insegna la democrazia, la solidarietà, la cooperazione, l’integrazione. Una scuola sicura, anche dal punto di vista strutturale, una scuola con classi formate da un massimo di 23 alunni. Basta con le classi pollaio. I vostri figli hanno il diritto di essere seguiti non di essere numeri in un elenco”. Questo e molti altri, gli appelli che oggi hanno risuonato durante tutto il corteo con l’intento di richiamare l’attenzione e l’auspicio che si possa rivedere quello che gli scioperanti considerano il “ddl della vergogna”.

Samanta Pino

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