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Scuole chiuse, pubblicata l’ordinanza. Nota della Regione: “Dad solo in zone arancioni e rosse”

Così come annunciato ieri sera dal sindaco Bruno Mancuso, i sindaci dei 18 comuni del distretto sanitario 31 stanno adottando le proprie ordinanze per il differimento della riapertura dell’attività didattica in presenza al prossimo 17 gennaio per le scuole di ogni ordine e grado del territorio.

Un provvedimento adottato in ragione dell’elevato numero di positività, in particolare nella fascia giovanile e scolastica, registrati in tutti i comuni. La decisione congiunta dei sindaci di adottare tali provvedimenti è quindi arrivata previa interlocuzione con il dipartimento di prevenzione dell’Asp5, distretto di Sant’Agata Militello che ha fornito il proprio parere favorevole “visto – si riporta testualmente – il numero di casi di infezione da Sars Cov-2 ed il numero di contatti ad alto rischio presenti nei comuni del distretto”.

Stamani intanto è stata pubblicata l’ordinanza che riguarda il comune di Sant’Agata Militello (scarica qui). Tra le limitazioni previste fino al prossimo 16 gennaio anche la chiusura di ludoteche e circoli ricreativi.

Stamani è però arrivata anche la nota ufficiale della Regione siciliana che ribadisce le misure in essere e la previsione della riapertura delle scuole per il prossimo 10 gennaio in zona gialla e possibile didattica a distanza solo per le zone arancioni e rosse. Resta dunque da capire se alla luce di tale presa di posizione da parte del governo regionale saranno confermati o meno i provvedimenti dei sindaci. Di seguito la nota della Presidenza della Regione Siciliana, dopo un confronto tra il presidente Nello Musumeci e gli assessori regionali all’Istruzione Roberto Lagalla e alla Salute Ruggero Razza:

«Le misure urgenti proposte dal governo nazionale per il tracciamento dei contagi da Covid-19 nella popolazione scolastica prevedono approcci differenziati in relazione al numero degli studenti positivi, alla tipologia del ciclo educativo e allo stato vaccinale dei singoli. A questi è necessario attenersi in Sicilia. 

Infatti, le norme vigenti consentono alle Regioni di intervenire con decisioni autonome solo nel caso di “zona arancione” o “zona rossa”. La Sicilia, come si sa, è nella fase attuale in “zona gialla”, quindi deve applicare le norme nazionali. Pertanto, si impone di alzare l’asticella dei controlli nel pieno rispetto delle regole generali di cautela, a partire dalla didattica a distanza nel caso di soggetti positivi nella scuola primaria e di seguire le regole della sorveglianza sanitaria negli altri casi. 

Assieme alle altre Regioni, tenuto conto dell’andamento esponenziale della curva epidemiologica, abbiamo evidenziato, tuttavia,  perplessità in ordine alla possibilità  di garantire l’assolvimento delle articolate procedure di testing e di monitoraggio sanitario nei tempi e con le modalità contenute nelle disposizioni del Consiglio dei ministri.

Ci attendiamo, pertanto, la prevista attività di supporto operativo e di fornitura di dispositivi Ffp2 che sono state delegate alla Struttura Commissariale nazionale, proprio a seguito delle osservazioni avanzate da noi nel corso del dibattito istruttorio che ha preceduto il provvedimento dell’altro ieri.

Non possono, infatti, rimanere ignorate le numerose e preoccupate segnalazioni che, in queste ore, sono pervenute da amministrazioni locali e dall’Anci regionale, da rappresentanze sindacali del comparto istruzione e da associazioni di genitori, in relazione alla critica diffusione del contagio e alla temuta sua estensione nelle fasce anagrafiche di studenti con assente o limitata copertura vaccinale

Tutto ciò premesso, il governo della Regione Siciliana conferma di operare secondo le disposizioni del governo nazionale, con l’obiettivo di garantire lo svolgimento delle attività didattiche in presenza e in sicurezza, a partire da lunedì 10 gennaio.

Faranno eccezione, nel rispetto delle prerogative regionali, le “zone ad alta densità di contagi” dichiarate con ordinanza del presidente della Regione, tenuto conto dell’andamento della pandemia, per le quali è prevista la facoltà di procedere con la didattica a distanza, previa ordinanza del sindaco e su conforme parere dell’autorità sanitaria. 

Vogliamo ribadire anche in questa sede il principio che abbiamo applicato fin dall’inizio della pandemia: diritto allo studio e diritto alla salute sono entrambi incomprimibili e vanno assicurati nel rispetto dei più giovani».

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