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Il regista Enrico Maria Artale e gli studenti. Il cinema ed una lezione per la vita

Una lezione per la vita, non nella mura scolastiche fra banchi e cattedre, ma al cinema, quella che alcuni studenti dell’ Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “Francesco Paolo Merendino” e del Liceo delle Scienze Umane Paritario “Elio Scibilia” hanno vissuto venerdì scorso presso il Cineteatro “Rosso di San Secondo” a Capo d’Orlando.

3Gli alunni hanno assistito alla proiezione del film, del regista e sceneggiatore italiano, Enrico Maria Artale, “Il Terzo Tempo”, a cui ha fatto seguito un dibattito. Il film del giovane regista (32 anni), laureato in filosofia presso l’Università La Sapienza di Roma e diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia, con la produzione di  Filmauro e del Centro Sperimentale di Cinematografia Production, è stato insignito del premio Pasinetti Speciale come opera prima, assegnato dal Sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani,  alla 70ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

«Il Terzo Tempo, – come spiega Artale -, ha riscosso molto successo tra i ragazzi al di sotto dei diciotto anni perché questa è l’età del protagonista … è stato realizzato da giovani e, soprattutto, perché c’è una forte carica energetica, nel personaggio principale, che li affascina. In Samuel, protagonista principale della sceneggiatura, c’è una voglia di riscatto (non edulcorata), un desiderio di avere accesso alle dimensioni fondamentali dell’esistenza: l’amicizia, l’amore, la soddisfazione! Il ragazzo, per poter controllare la sua carica aggressiva, legata a delle mancanze che ci sono state nella sua vita, deve trovare qualcosa che lo renda migliore, positivo, allegro. Il suo spirito, potenzialmente violento si deve canalizzare in qualcosa che lo riscatti».

1Il film narra, appunto, le vicende di Samuel, adolescente problematico. Dopo aver  trascorso gli ultimi anni della sua vita commettendo furti, rapine e aggressioni, entrando e uscendo dal riformatorio minorile, viene inserito in un programma di riabilitazione: ottiene la semilibertà e inizia a lavorare nell’azienda agricola di un paesino della provincia romana. Il suo supervisore è Vincenzo, la sua vita si divide tra il lavoro, la figlia adolescente e la locale squadra di rugby. È proprio una peculiarità del rugby, il Terzo Tempo, che dà il titolo al film, (quello che si svolge al termine della partita: un incontro tra squadre avversarie e tifosi, un clima conviviale, basato sul fair play e sul riconoscimento del valore reciproco, in cui  si festeggia tutti assieme, a prescindere da chi ha vinto o perso), che insegna lo spirito di fratellanza e il rispetto dell’avversario. Valori, questi,  che il giovane protagonista, abituato a vivere in un mondo basato sulla legge del più forte, non ha mai appreso. Quella del terzo tempo è la prima regola del rugby che Vincenzo insegna a Samuel, mostrandogli per la prima volta un mondo dove il gioco di squadra è più importante delle azioni da solisti. Un universo in cui il ragazzo non si riconosce, ma a cui, pian piano, inizierà ad appassionarsi, come mai aveva fatto prima.

«La partecipazione alla proiezione del film, – commenta la prof.ssa Maria Rosa Vitanza, Dirigente Scolastico del Liceo delle Scienze Umane “E. Scibilia” -, rientra nel nostro programma educativo. Ho ritenuto molto positivo il valore formativo di questo film che propone un tema quanto mai vecchio: la non capacità di autocontrollo che sfocia in azioni violente, di arroganza, bullismo e criminalità. Il messaggio che il film ha voluto trasmetterci, a mio avviso, è quello della capacità di interagire con il contesto sociale che ci circonda, unica salvezza per chi ha questa irruenza caratteriale».

2Parole di gratitudine, da parte della prof.ssa Maria Rosa Vitanza, vanno ai ragazzi dei due Istituti, presenti in sala, «che hanno seguito con molta attenzione la proiezione. Non abbiamo avuto alcun motivo per richiamarli, – precisa il Dirigente Scolastico -, neanche durante il corso del dibattito, segno questo che il tema li ha molto interessati e che questo progetto ha un valore positivo e costruttivo».

L’evento  è stato organizzato dall’Associazione Agorà, «la proiezione del film, – come spiega il presidente Fulvio Mavilia -, rientra nel progetto “Al centro dei Nebrodi” che come Associazione portiamo avanti da più di un anno.  All’interno di questo progetto si colloca il percorso “La scuola al cinema” che è rivolto agli alunni delle scuole secondarie. Attraverso questo progetto proponiamo la visione di pellicole che si sono contraddistinte per i valori trasmessi. Credo che la possibilità di poter assistere alla proiezione di film gratuitamente, d’incontrare un regista e di trattare tematiche cosi importanti dal punto di vista sociale, -conclude Mavilia -, sia davvero importante perché i ragazzi, attraverso un apprendimento informale, possono accrescere le loro conoscenze e competenze».

Alberto Visalli

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