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Giudice di pace, dubbi, silenzi e note senza riscontro

_giudice_di_pace_1Hanno fatto in fretta a diffondersi notizie e preoccupazioni per il destino dell’ufficio del Giudice di Pace di Sant’Agata Militello. Preoccupazione ingenerata dalla circolare del capo dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del ministero della giustizia che, scrivendo ai presidenti delle Corti d’Appello allegava una elenco, per il distretto giudiziario di Messina con cinque comuni Naso, Tortorici, Sant’Angelo di Brolo, Francavilla e Novara, nei quali il personale dell’amministrazione giudiziaria continuava ad essere affiancato da quello messo a disposizione dagli enti locali, in adempimento degli obblighi previsti dal decreto del 7 Marzo 2014, che ha consentito il mantenimento di alcune sedi di giudici di pace nel contesto della riorganizzazione dei Tribunali. Sant’Agata Militello non è tra queste sedi ed ecco scatenarsi immediatamente i dubbi e le perplessità sul fatto che la circolare possa essere o meno l’anticamera della cancellazione del presidio del giudice di pace santagatese. In attesa di ulteriori precisazioni, emergono particolari che riguardano proprio i relativi adempimenti di cui le amministrazioni comunali, tra queste appunto Sant’Agata Militello, si erano impegnate a farsi carico per il mantenimento dell’ufficio.
nota giudicepace1Ad esempio ecco spuntare una nota (vedi foto a lato) inviata in data 30 Settembre 2014 al Comune di Sant’Agata dal Giudice di pace coordinatore, dott. Antonio la Monica, nella quale si palesava l’assenza della figura di assistente giudiziario e la mancanza, per gravi motivi di salute, di un operatore giudiziario di categoria B. “Il potere di firma e di deposito atti nonché di assistenza in udienza sia in materia civile che penale – scriveva il dott. La Monica al sindaco di Sant’Agata – spetta ad un funzionario la cui eventuale assenza per motivi giustificati causerebbe la paralisi dell’attività normale dell’ufficio. Da qui la necessità di prevedere e quindi assegnare all’ufficio un assistente giudiziario, anche in luogo di un operatore giudiziario, che possa garantire la continuità dei servizi”. Una nota cui, a quanto risulta, nessuno dell’amministrazione comunale ha mai dato riscontro. Dell’argomento si era occupato anche il consiglio comunale, nella seduta del 11 Giugno 2014. In quella data era stata discussa la mozione del consigliere di maggioranza Salvatore Sanna e di altri colleghi della stessa opposizione, con la quale si chiedeva all’amministrazione di ampliare la pianta organica dell’Ufficio del giudice di Pace di Sant’Agata Militello ed inserire la figura professionale del Cancelliere, permettendogli l’avvio al previsto tirocinio formativo al fine di assicurare il buon andamento e la perfetta efficienza del servizio giustizia.
Quella mozione (leggi mozione) fu approvata con 12 voti della maggioranza e l’astensione dei due di minoranza presenti ma, anche in questo caso, non risulta che l’amministrazione abbia dato seguito. Alla luce del contenuto della nota del 3 Novembre del Ministero della giustizia, con esplicito riferimento ai comuni inseriti in tabella che “hanno ottemperato agli adempimenti previsti dall’articolo 6 del decreto ministeriale del 7 Marzo 2014”, sorge dunque il legittimo sospetto che sia stato un mancato risconto a tali adempimenti a decretare l’esclusione della sede del giudice di Pace santagatese dalla stessa tabella. In attesa che si chiarisca, come detto, se questo comporti di conseguenza o meno la soppressione dell’ufficio santagatese, la maggioranza consiliare ha subito e ripetutamente invitato l’amministrazione a fornire chiarimenti in merito.
scurria antonio Dopo il consigliere Befumo, oggi interviene il presidente del consiglio Antonio Scurria: “La paventata chiusura dell’ufficio del Giudice di Pace, ove confermata, sarebbe un fatto gravissimo. Il silenzio del sindaco e dell’amministrazione sul punto è assolutamente sconcertante – afferma Scurria – . Occorrono chiarimenti immediati in ordine al rispetto da parte del comune degli obblighi di cui al D.M. 7 marzo 2014 in materia di assegnazione di personale e strutture per il funzionamento dell’ufficio”.

 

 

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