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Rassegna teatrale, questa sera gran finale all’Aurora con Enzo Decaro in “Non è vero ma ci credo”

Giovedì 10 Aprile 2025 alle ore 21.00 al CineTeatro Aurora di Sant’Agata di Militello in scena Enzo Decaro in “Non è vero ma ci credo”, con Carlo Di Maio, Roberto Fiorentino, Carmen Landolfi, Massimo Pagano, Gina Perna, Giorgio Pinto, Ciro Ruoppo, Fabiana Russo, Ingrid Sansone. 

 – Di Peppino De Filippo
 – Regia: Leo Muscato
–  Scene: Luigi Ferrigno
– Costumi: Chicca Ruocco
– Disegno luci: Pietro Sperduti

Uno spettacolo senza tempo, dove il genio dell’arte scenica, unito all’abilità interpretativa danno vita ad un’esperienza coinvolgente.

Ereditando la direzione artistica della compagnia di Luigi De Filippo, Leo Muscato in “Non è vero ma ci credo”, rispetta i canoni della tradizione del teatro napoletano, ma dando a questa storia un sapore più contemporaneo.

La commedia, scritta ormai cent’anni fa da Peppino De Filippo, ispirandosi a “L’avaro” di Molière era stata ambientata nella Napoli degli anni ‘30. Il figlio Luigi ne aveva posticipato l’ambientazione una ventina d’anni più avanti. Muscato ricolloca gli eventi ai giorni nostri, in una Napoli anni ‘80, un po’ tragicomica e surreale in cui convivono Mario Merola, Pino Daniele e Maradona, riducendo i tre atti originali ad uno, ma mantenendone i capisaldi che mettono in risalto la forza innovativa di un testo che ha dato origine alla commedia così come la conosciamo.

“Non è vero ma ci credo” è uno spettacolo che riesce a catturare l’essenza della tradizione napoletana, una tragedia tutta da ridere, popolata da una serie di figure dai nomi improbabili e che sono in qualche modo versioni moderne delle maschere della commedia dell’arte. Si ride, ma si riflette nel perfetto equilibrio che esiste tra commedia e tragedia, pensando a come le credenze di un tempo, le superstizioni, l’additare una persona come portatrice di iella non siano cambiati molto ai giorni d’oggi.

Un invito a riscoprire la gioia nella condivisione di risate, a superare le superstizioni e le ansie quotidiane e a trovare la pace attraverso l’arte e il sorriso, perché “essere felici è un dovere”.

Lasciamoci rapire dalle emozioni e credere, anche solo per un istante, che l’impossibile non esiste, perché tutto è possibile!

Trama

L’avaro, avarissimo imprenditore Gervasio Savastano, vive nel perenne incubo di essere vittima della iettatura. La sua vita è diventata un vero e proprio inferno perché vede segni funesti ovunque: nella gente che incontra, nella corrispondenza che trova sulla scrivania, nei sogni che fa di notte. La sua routine quotidiana è piena di gesti scaramantici; queste manie, che da piccole sono diventante di entità enorme, purtroppo coinvolgono sia la famiglia che i dipendenti e collaboratori creando non poco disagio. La scrivania deve avere una determinata posizione e così la cornetta del telefono; la posta deve essere collocata secondo un preciso schema e qualsiasi interferenza è vista come eventualmente nefasta.

Chi gli sta accanto non sa più come approcciarlo. La moglie e la figlia sono sull’orlo di una crisi di nervi; non possono uscire di casa perché lui glielo impedisce. Anche i suoi dipendenti sono stanchi di tollerare quelle assurde manie ossessive. A un certo punto le sue fisime oltrepassano la soglia del ridicolo: licenzia il suo dipendente Malvurio solo perché è convinto che porti sfortuna. Sembra il preambolo di una tragedia, ma siamo in una commedia che fa morir dal ridere. Gesti scaramantici, tra cui “sforbiciare” l’aria per tagliare la sfortuna che aleggia, sembrano non servire a nulla, finché al colloquio per sostituire Malvurio non appare Sammaria, un giovane in cerca di lavoro. Sembra intelligente, gioviale e preparato, ma  Savastano è attratto da un’altra qualità di quel giovane: la sua gobba.

Da qui partono una serie di eventi paradossali ed esilaranti.

Note sull’artista Enzo Decaro

Studi classici e laurea in Lettere moderne presso l’Università di Napoli, Docente di scrittura creativa in varie università italiane (Facoltà di Scienze della Comunicazione all’Università di Salerno e Teramo le più recenti). La sua carriera di autore e attore si divide tra teatro, televisione e cinema. Dopo una lunga gavetta in teatro fonda con Lello Arena e Massimo Troisi il trio comico “La Smorfia”, che sciolgono nel 1980.

L’esordio televisivo arriva nel 1977 con lo show di RaiUno “Non Stop” (Maschera D’Argento), seguito da “La sberla” (1978), “Luna Park” (1979) condotto il sabato sera da Pippo Baudo, “Effetto smorfia” (1980), “Bum Bum all’italiana” (1982) e “Come quando fuori piove” (1984).

Sempre per il piccolo schermo, ha preso parte ai film tv: “Quando ancora non c’erano i Beatles” (1988) di Marcello Aliprandi, “Gioco perverso” (1992) di Italo Moscati, “Il grande fuoco” (1994) di Fabrizio Costa e “Costanza” (1997) di Gianluigi Calderone. Nel 1998 è protagonista nella serie, in onda su Rai Uno, “Una donna per amico”, tra le prime fiction seriali di successo, che avrà ben due sequel nel 1999 e nel 2001.

L’attore debutta al cinema come regista con “Prima che sia troppo presto” (1981), dove lui stesso recita, vincendo il David Di Donatello come miglior opera prima. Con la serie “Una donna per amico” arriva il grande successo. Questo gli apre la strada a numerose partecipazioni in fiction e film per la TV, tra questi si ricordano: “Lo zio d’America” (2002), “Madre Teresa” (2003) e “Orgoglio” (2004). Dal 2005 al 2007 è il marito della protagonista (Veronica Pivetti) nella serie popolare “Provaci ancora prof!”, mentre nel 2010 recita accanto a Sofia Loren nel film sull’infanzia dell’attrice “La mia casa è piena di specchi”, in onda su Rai 1. Anche le serie di successo non finiscono, da “Un posto al sole” (nel 2013) a “Una pallottola nel cuore 2” (2016) e “L’amore strappato “(2019).
A queste si uniscono importanti partecipazioni al cinema come “L’amore molesto” (nel 1995) e “La seconda volta non si scorda mai” (2008), in cui recita insieme a Elisabetta Canalis e Alessandro Siani. Nel 2021 è la volta del film candidato agli oscar “E’ stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino.

Per il Teatro si è dedicato negli ultimi anni alla rilettura di alcuni classici del Pensiero e in particolare per la produzione I due della città del sole ha portato “In arte Totò” realizzato insieme alla figlia Liliana De Curtis (2017) e “Non è vero ma ci credo” di Peppino De Filippo con la regia di Leo Muscato nel 2019 e attualmente ancora in tournée.

Tra i soci fondatori del Nuovoimaie e di Agis Scuola, è membro della ItalianAttori (Rappresentativa Nazionale di Calcio per la Solidarietà). È Cavaliere ufficiale e Commendatore della Repubblica Italiana per meriti artistici.

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