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Morte Benedetto Vinci. Nuovi dubbi sull’operato dei medici

Sono emerse importanti novità nelle ultime udienze del processo in Corte d’Assise di Messina a carico di Francesca Picilli, la giovane accusata dell’omicidio di Benedetto Vinci, il fidanzato 25enne trovato morto la mattina del 14 Marzo 2012 nella propria abitazione, dieci giorni dopo aver ricevuto una coltellata all’addome da parte della giovane a seguito di un litigio. I risvolti più importanti dopo le ultime udienze riguardano i contributi forniti dai periti di parte.
OLYMPUS DIGITAL CAMERA Il dottor Enrico Messale, medico-legale ed ex Colonnello dei Carabinieri, consulente delle parti civili, ha illustrato alla Corte d’Assise le responsabilità dei medici dell’Ospedale di Palermo, rei, a suo dire, di non avere eseguito specifici accertamenti cardiaci che avrebbero consentito di individuare la necessità di praticare un intervento chirurgico sul Vinci, con l’applicazione bypass aorto-coronarico e quindi evitarne il decesso. Anche il dottor Antonino Bondì, consulente della difesa, ha evidenziato le negligenze dei medici dell’ospedale di Palermo, dichiarando dinanzi al collegio che le responsabilità della morte di Benedetto Vinci siano ascrivibili ad omesse cure sanitarie. Nelle udienze sono stati quindi escussi numerosi testimoni, visionati e repertati dai Carabinieri dei RIS di Messina presenti in aula gli indumenti indossati dalla vittima la notte dell’accoltellamento. Gli avvocati Giuseppe Mancuso ed Alessandro Nespola, rappresentanti della famiglia Vinci, costituita parte civile, e l’avvocato Nino Favazzo, difensore dell’imputata hanno già annunciato la richiesta di perizia medico-legale collegiale. L’udienza è stata quindi aggiornata al prossimo 12 Giugno.
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