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Francesca Picilli responsabile della morte di Benedetto Vinci. Ma non agì per uccidere

La causa della morte di Benedetto Vinci, avvenuta a Sant’Agata Militello il 14 Marzo 2012, è attribuibile alla coltellata che l’ex fidanzata, Francesca Picilli, gli rifilò al torace dieci giorni prima, la notte del 4 Marzo, ma la ragazza non colpì il giovane per ucciderlo, bensì con l’intento di ferirlo. E’ la Corte d’Appello di Messina a spiegare nelle motivazioni della sentenza, la condanna 18 anni per Francesca Picilli per omicidio preterintenzionale e non omicidio volontario, così come invece aveva chiesto l’accusa. Significativo che gli stessi giudici, che pronunciarono la sentenza lo scorso 25 Giugno, attribuiscano un ruolo decisivo nell’evoluzione dibattimentale e nell’accertamento dei fatti al racconto fatto dallo stesso Benedetto Vinci, poche ore dopo il ferimento. Per la Corte, la testimonianza resa da Vinci ai Carabinieri è l’unica attendibile, e non riscontra caratteri di rancore nei confronti dell’ex fidanzata che, da par suo, ha fornito versioni contrastanti.  Ribadita, nelle motivazioni della sentenza, anche l’estraneità dei medici dell’ospedale Cervello di Palermo che trattarono Benedetto Vinci sino a due giorni prima della morte. La causa scatenante il decesso, infatti, secondo i referti delle perizie, non poteva essere preventivata.

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