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Porto senza pace, tra ombre e preoccupazioni. La “sorte” beffarda della città

Parlare di Porto a Sant’Agata sembra davvero diventato quasi un tabù, un argomento da evitare. Da mesi ormai la strada sembra incanalata verso l’uscita dalla palude in cui era incagliato l’appalto, assegnato ben sette anni fa (era il 2010!)  ed invece ecco che puntualmente le ombre tornano ad oscurare la luce fuori dal tunnel. Il Rup ha chiaramente esposto il suo pensiero ieri, intervistato dalla Gazzetta del Sud. “La determinazione del sottoscritto è dunque quella di procedere nel percorso che da qui a poche settimane ormai potrà condurci ad avviare i lavori salvo – ha detto Ridolfo – una diversa determinazione dell’amministrazione comunale che è legittimata, eventualmente, a porre in essere un provvedimento in autotutela”. Attaccarsi alla determinazione del Rup, sembra essere l’unica cosa rimasta alla comunità santagatese, o quantomeno, per chi ha davvero a cuore le sorti, indipendentemente dal tifo o dalle bandiere,  di un’opera che cambierebbe il destino economico , turistico e di sviluppo ed il volto stesso della città contribuendo a riportarla nel suo naturale ruolo di “leader” sui Nebrodi da cui nell’ultimo lustro è stata bruscamente scalzata. A Sant’Agata, negli ultimi tempi, infatti, non resta che sperare e pregare, e restare affacciati alla finestra applaudendo ai traguardi degli altri. Evidentemente questo è il destino beffardo (sicuri sia solo destino?) che ci è capitato! Intanto si registra una posizione determinata da parte della Cisl di Messina. “Impensabile immaginare di perdere il finanziamento e di non completare un’opera fondamentale per il territorio e che potrebbe dare una boccata d’ossigeno al settore edile”, scrivono il segretario generale Tonino Genovese e quello provinciale degli edili, Giuseppe Famiano. “In gioco c’è il destino di un’opera strategica non solo per Sant’Agata Militello, ma per lo sviluppo di tutto il comprensorio dei Nebrodi. La nostra preoccupazione – sottolineano Genovese e Famiano – è quella di vedere un’altra incompiuta ma anche perdere una grande occasione per dare respiro all’occupazione del settore nella zona. Il completamento del porto, infatti, avrebbe impiegato, tra collocamento diretto e indotto, un centinaio di lavoratori. Tutto passa adesso nelle mani dell’Amministrazione comunale. «Il sindaco – concludono i rappresentanti di Cisl e Filca – ha una grande responsabilità perché può e deve intervenire in autotutela per evitare di perdere il finanziamento e per completare l’opera. Grande responsabilità, però, in questo delicato momento, riteniamo abbia anche la classe politica che deve supportare una soluzione che vada ad interesse della comunità e dei lavoratori. Come sindacato siamo pronti a confrontarci e sostenere qualsiasi iniziativa che vada in questa direzione”.

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