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E Crocetta dimenticò Messina…e provincia

crocetta-floresta-mangiaPasserelle per promuovere questo o quel candidato, al Senato, alle comunali,  o alle europee. Giardino di lusso dove trascorrere i weekend lontano dal tran tran quotidiano, e magari ricevere il sindaco di turno alla disperata ricerca di un finanziamento, di una firma, di un posto al sole per la propria comunità. La provincia di Messina ed i Nebrodi, che spesso vengono citati  tra i “luoghi del cuore” del presidente regionale Rosario Crocetta, cadono improvvisamente nel dimenticatoio quando è ora di nominare la giunta regionale. Un oblio istituzionale che fa sì che tra le nomine dei dodici nuovi assessori del posto-rimpasto non ci sia alcun esponente né della città di Messina né del suo territorio provinciale.  Il Crocetta-bis nasce dunque tra le polemiche e gli scontri, non certo di campanile, bensì quelli più pesanti tra gli stessi “alleati” di Crocetta, con un Partito Democratico sempre più spaccato tra le sue correnti e sul filo del naufragio sulla rotta Palermo-Roma. Il tutto mentre la Sicilia rischia di ritrovarsi sepolta dalle macerie economiche ed  attende ancora, ad esempio, un altro di bis, quello della finanziaria, che dovrebbe sistemare i conti scombinati dalla prima scellerata ed impugnata manovra.  Eccolo dunque l’elenco dei magnifici 12 del Crocetta-bis. Le intoccabili Michela Stancheris, Lucia Borsellino, Linda Vancheri , Mariarita Sgarlata e Nelli Scilabra. Riesce a spuntarla Patrizia Valenti mentre esce inesorabilmente di scena Mariella Lo Bello. Fuori dal governo anche Ester Bonafede, Nino Bartolotta, Dario Cartabellotta, Nicolò Marino, che vanno a fare compagnia al dimissionario Luca Bianchi. I volti nuovi sono invece  Salvatore  Calleri, catanese ma da una vita residente a Firenze , pronto ad occuparsi dell’assessorato all’energia , il palermitano Giuseppe Bruno, Roberto Agnello, che andrà all’economia, Nico Torrisi, Antonio Fiumefreddo e  Paolo Ezechia Reale.  Crocetta ha fatto sapere di aver ricevuto il benestare dalla segreteria nazionale del Pd, per bocca del plenipotenziario Davide Faraone, con il placet dello stesso senatore Lumia. Passaggi che evidentemente sono andati di traverso al segretario regionale Raciti ed a gran parte del Pd siciliano tanto da mettere adesso in serio pericolo la stessa tenuta numerica della maggioranza crocettiana, già più volte andata sotto all’Ars in occasione di importanti votazioni. Nel frattempo anche il capogruppo Picciolo dei Drs minaccia le dimissioni per l’esclusione di rappresentanti messinesi dalle scelte di Crocetta. La Città dello Stretto, il suo hinterland e la provincia ringraziano… e intanto la Sicilia affonda.

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