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Cave nel Rosmarino, dal Tar no al ricorso di Bruno

cava4Il Tar di Palermo ha respinto il ricorso dell’imprenditore di Torrenova Bruno Teodoro e della società Inerti Bruno srl, contro l’autorizzazione alla ripresa della attività estrattiva da parte della Nebrodi Inerti, nella cava di località Campì a San Marco d’Alunzio. La vicenda legale tra le due società va avanti da anni. Il gruppo Bruno Teodoro ha chiesto al Tar palermitano di annullare il parere favorevole del dirigente del dipartimento regionale territorio ed ambiente dell’Agosto 2013, e l’autorizzazione all’attività della Nebrodi Inerti da parte del distretto minerario di Catania resa nell’Aprile di quest’anno. Nelle 73 pagine del ricorso proposto dall’avvocato Paolo Starvaggi e, per Inerti Bruno srl, dai legali Nicola Marchese e Luana Gina Natoli, venivano denunciati il presunto sconfinamento dell’attività della Nebrodi Inerti nel terreno di proprietà dell’impresa Bruno, cagionando un pericolo crollo di quel terreno, confinante alla cava, causato dal sistema di esplosivi utilizzato nell’attività estrattiva della Nebrodi Inerti. Per i legali del gruppo Bruno, esiste quindi anche un serio pericolo ambientale visto che l’attività estrattiva andrebbe ad inficiare l’habitat naturale della valle del Rosmarino, nella quale nidificano i Grifoni. Per questi motivi gli avvocati Starvaggi, Marchese e Natoli, avevano contestato la riperimetrazione dei siti Natura2000 della Regione,  relativamente ai siti Rocche di Alcara Li Fusi e Monti Nebrodi) ed il decreto del Ministero dell’ambiente di Aprile 2014 che abrogava l’elenco dei Siti d’interesse comunitario per la zona Mediterranea, della Commissione europea. Nelle contro memorie difensive, la Nebrodi Inerti, difesa dall’avvocato Natale Bonfiglio, aveva invece contestato la ricostruzione di numerosi passaggi amministrativi fornita dalla ditta e dall’imprenditore ricorrente così come la ricognizione di alcune sentenze di precedenti contenziosi legali tra i contendenti. Secondo l’avvocato Bonfiglio, per conto di Nebrodi Inerti, invece, c’era un interesse imprenditoriale non manifesto da parte del gruppo Bruno, titolare di una cava a Torrenova, ad 1,5 km di distanza dal sito contestato, quello di determinare, si legge nel documento depositato al Tar, la chiusura della cava al fine di operare in regime di monopolio. Le conclusioni della prima sezione del Tar di Palermo hanno quindi portato al respingimento dell’istanza cautelare dell’imprenditore Teodoro Bruno e della Inerti Bruno srl perché la riperimetrazione del sito protetto è stata definitivamente approvata in sede comunitaria con atto che non risulta impugnato, perché l’uso degli esplosivi risulta già oggetto di prescrizioni all’interno delle valutazione d’impatto ambientale e , riguardo ai Grifoni, dagli studi proposti dal Parco dei Nebrodi, appare come le prime nidificazioni siano avvenuto nel 2005 e sono da allora proseguite benché la cava sia stata in attività. Da ciò si potrebbe ipotizzare che tali uccelli siano in grado di abituarsi ai disturbi causati dalla coltivazione della cava.

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