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Allevatore arrestato. Dirottava l’acqua comunale nel proprio terreno

Un allevatore di 59anni è stato arrestato dai Carabinieri per furto d’acqua aggravato. Il blitz dei militari nella contrada boschiva denominata Casazza del comune di Cesaro’.  I militari della locale Stazione, avvalendosi di tre tecnici dell’Ente Acquedotti Siciliani, avevano deciso di vederci chiaro e capire cosa avesse causato la recente crisi idrica che attanagliava paese.
Infatti, di recente, le vasche della raccolta d’acqua delle due comunità di Cesarò e di San Teodoro avevano registrato un’inusuale e sospetta penuria che, se fosse continuata, avrebbe rischiato di mettere in ginocchio i due enti locali.
Mentre si pensava al da farsi, i militari dell’Arma di Cesarò (capitanati dal Mar. Ordinario Trimarchi Giancarlo, Comandante della Stazione Carabinieri) decidevano d’avviare una meticolosa ispezione della condotta idrica dei due centri che veniva svolta con l’ausilio di tecnici, richiesti all’E. A. S. Si tratta di ben 15 km di tubi, in parte sotterrati, che venivano passati al setaccio, palmo a palmo, fino a che, in contrada Casazza, il sospetto si materializzava e s’accertava che la ricchezza di fluido subiva una drastica riduzione.
Di li a poco l’amara constatazione: la causa era da ascrivere alla mano umana. La carenza d’acqua era causata da un allaccio abusivo fatto da un allevatore con un lungo tubo in polietilene che, senza alcuna autorizzazione, convogliava la risorsa idrica verso una vasca in acciaio utilizzata per abbeverare una trentina di bovini ed irrigare l’azienda di proprietà di: C.T.C. cl. 1958 , pregiudicato, allevatore, brontese.
La situazione veniva immediatamente rimossa a cura dei carabinieri e del personale dell’ E. A. S. che restituivano alla conduttura un carico d’acqua pari a un litro al secondo.
L’uomo era tratto in arresto in flagranza del reato di furto aggravato ed attualmente si trova detenuto presso il proprio domicilio. Nella mattinata odierna è stato giudicato presso il Tribunale di Catania, con il rito per direttissima e, dopo la convalida dell’arresto, veniva sottoposto all’obbligo di dimora a Maniace.

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